giovedì 18 ottobre 2018

AMORE E DINTORNI: CIO' CHE CI IRRITA NELL'ALTRO E' CIO' CHE NON SI VUOL VEDERE DI SE'



 Luciana Reginato Psicologa





   
Odiamo a morte chi ha le ombre che sono le nostre, ma noi non le accettiamo. Perché noi non sopportiamo un certo tipo di persone? Dentro di noi c'è tutto e tutto ciò che esiste ha due poli. Noi conosciamo la luce, perché conosciamo il buio. Noi conosciamo il bene perché abbiamo sperimentato il male. Vero- falso. Alto- basso. Queste sono polarità.  Negare l’esistenza di un polo significa squilibrare tutto. Le ombre vanno integrate così diceva Jung.   
    L’amore è l'unico stato che unisce i poli, si diventa liberi, ma quando si nega un polo si diventa giudicanti. Jung suggerisce di accettare l’esistenza del male che si annida dentro ad ognuno: la strega e l’orco, la puttana e il dongiovanni,  la bugiarda e il bugiardo e tutto ciò che è opposto ai propri ideali. Accettando le polarità si è maggiormente in grado di valutare, prendere posizioni evitare il giudizio in quanto la polarità è interna ad ognuno. Inoltre quello che ci irrita nel partner è ciò che non si vuol vedere di Sé.
    Jung lo avrebbe definito la nostra ombra. Si potrebbe dire che quando il partner fa arrabbiare, la relazione diventa terapeutica. Non si intende dire che si deve stare insieme a una persona che non ci fa felice, ma questo dovrebbe aiutare a giudicare molto meno, a non incolpare gli altri delle proprie scelte, andare oltre verso altre dimensioni Erica poli lo definisce possibilità e capacità di per-dono. Il perdono libera dalla pesantezza toglie alla radice la rabbia ed è un dono che si fa a se stessi. E insieme ad Erica Poli si può affermare: «così il litigio, se visto come la manifestazione del servizio reciproco di due maestri, se vissuto nell’ottica di noi stessi, non è da rifuggire».[1]



[1] POLI, Anatomia della coppia, p.98.


A presto
Luciana Psicologa